Ciao a tutti.
Quando ero piccola non vedevo l’ora di crescere. Aspettavo, con ansia, i miei 18 anni. Vedevo la maggiore età come un traguardo che regalava indipendenza, dove una persona si sentiva “grande” e poteva essere considerata in maniera diversa.
Pensieri innocenti e stupidi, vero?!
La patente, il poter firmare le giustificazioni a scuola, il fatto di poter votare, il poter decidere per se stessi senza dover aspettare il consenso dei genitori, tutto questo mi faceva sognare.
Lo desideravo talmente tanto che i giorni sembravano anni.
Quando è arrivato il momento, ho festeggiato e mi sentivo chissà chi. Beh, gente, ero diventata maggiorenne! Volete mettere?!
A vent’anni si sta fuori fino alle cinque di mattina e, alle volte, si fa il dritto, si esce spesso, ci si ubriaca di musica, di discoteche, concerti e feste.
E, se non lo si fa, si viene considerati noiosi, si viene messi da parte e visti come “alieni”, come palle al piede. Se non ti diverti, se non esci, se non ti sballi, se non torni a casa tardi, beh, allora non stai vivendo la vita. Ci si sente i padroni del mondo, capaci di affrontare tutto con facilità.
Poi passa il tempo e si arriva ai trent’anni.
Le cose cambiano, eccome se cambiano.
Le uscite diminuiscono, i luoghi cambiano, le esigenze sono completamente diverse.
Se per caso capita di andare in discoteca con gli amici, la prima cosa che si nota è che le altre persone sono “piccolissime” e ci si sente inadeguati. Si apprezza di più una serata in chiacchiere con gli amici, al cinema, davanti ad una pizza o un filetto all’aceto balsamico.
A differenza dei vent’anni, dove mangiavi McDonald, panini su panini, patatine, dolci e quanto altro.
Il caos, la musica alta, l’affollamento non viene più tollerato come prima, anzi, tutt’altro.
Se prima si facevano le cinque, a trent’anni ci si accontenta di arrivare all’una. Senza essere stanchi, senza sbadigliare e pensare che l’indomani ci si deve alzare presto. E, se capita di fare la serata balorda, ci vogliono due giorni per riprendersi, facendo colazione con l’oki per il mal di testa.
Cambiano i film che guardiamo, i libri, cambiano gli interessi e cambia anche il modo di relazionarsi con le persone.
Il sabato sera, alle volte, ci si ritrova a guardare “c’è posta per te” e scende una lacrima, si guarda “ballando sotto le stelle” e varietà di questo genere.
Quando, per caso, si vedono ragazzine che non fanno altro che idolatrare Justin Bieber e gli one direction si inizia a riflettere sul tempo che è passato, su come sono cambiati gli stili, com’è cambiata la musica. Io, nei miei trent’anni, alle volte canto “Perdere l’amore” di Ranieri, “uno su mille ce la fa” di Morandi e così via. Cantanti dell’epoca dei miei genitori che hanno lasciato un segno, tutt’oggi.
Anche quando mi ritrovo con le mie nipoti che estrapolano nomi nuovissimi di cartoni, giochi, album di figurine.
Io che ripenso alla mia cara Sirenetta, alla Bella e la Bestia, a Cenerentola, La bella addormentata nel bosco. Cartoni indimenticabili che mi hanno fatta sognare e credere nell’amore vero, nel principe azzurro ed in una vita serena e spensierata.
A vent’anni le persone che ti vedono non fanno altro che dirti che sei giovane, di aspettare di avere il fidanzato e di non truccarti molto.
Quando si cresce la cosa cambia.
I parenti che incontri dopo un po’ di tempo che non ti vedono ti chiedono: “allora, ti sposi? Il moroso c’è? Quand’è che metti su famiglia?”
Per non parlare delle persone che ti fanno notare i primi capelli bianchi ed i piccoli segni di espressione.
E allora ti ritrovi a fare i conti con creme per le occhiaie, per il contorno occhi, per la cellulite e la caduta dei capelli.
Tutto quello che a vent’anni ti sembrava lontano.
A vent’anni, con le amiche, per uscire ti mettevi d’accordo due ore prima. A 30? Bisogna partire almeno un mese prima, per organizzarsi. E state sicuri che, all’ultimo, capita un imprevisto.
A vent’anni uscivi senza maniche anche quando faceva un po’ freddo e stai sicura che non ti ritrovavi nemmeno un piccolo raffreddore. A trent’anni, al primo sbalzo di temperatura, si prende la febbre.
Beh, cosa dire?
Benvenuti trent’anni!
Happy birthday to me. (ieri)
Ele ♡
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